La foto sottostante è piuttosto eloquente. Lo storico momento dell’elezione di Jorge Mario Bergoglio a 266esimo vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica è stato commentato e condivisa largamente in tutto il mondo attraverso i social media. I social media pongono una nuova sfida ad una Chiesa cattolica che ha un bisogno disperato di innovazione e di riavvicinarsi sinceramente e realmente ai suoi fedeli. I cambiamenti nel mondo della comunicazione degli ultimi 7-8 anni non possono essere trascurati dai vertici ecclesiastici qualora questi abbiano l’intenzione di fare un sentito passo avanti per ascoltare le generazioni post-Facebook.
Il 13 marzo 2013 le hashtag #pope e #conclave sono state menzionate rispettivamente 233.787 e 153.695 volte su Twitter.
Frankly, it seemed that when the account @Pontifex was launched on Twitter, the people in charge of the Vatican’s media activity didn’t think it through. Firstly, it didn’t make any sense to have a 10 days gap between the opening of the account and the first actual tweet. This resulted in a massive collection of insults by thousands of people directly to the Church. Insults and accusations that were all visible in one big Twitter feed. It was liked they prepared an actual gigantic container of verbal abuses all addressed to them.
Francamente, a molti analisti dei social media parve che all’apertura dell’account @Pontifex i responsabili della comunicazione del Vaticano si fossero fatti trovare palesemente impreparati.
Innanzitutto, non sembrò una buona idea quella di lasciare un lasso di 10 giorni tra l’apertura dell’account e il primo tweet da parte di Benedetto XVI.
Il risultato fu infatti una massiccia collezione di insulti e accuse alla Chiesa da parte di migliaia di utenti con espliciti riferimenti agli scandali più recenti, soprattutto in relazione agli abusi sui minori. Insulti ed accuse che erano da tutti visibili in un Twitter feed gigante, come una sorta di mastodontico recipiente virtuale di abusi verbali.
A parte ciò, tutti i tweet precedenti all’elezione di Papa Francescosono stati cancellati quasi a voler dimostrare un taglio netto con il passato, sia dal punto di vista comunicativo che di quello di avvicinamento ai fedeli. Dopo tutto,Benedetto XVI non è stato certo né un Papa amato né tanto meno un Papa vicino alla gente. Rispetto al suo predecessore Karol Wojtyla, Joseph Ratzinger è stato responsabile di una serie di cambi repentini e riformatori. Oltretutto il suo ritiro anticipato (per la prima volta nella storia moderna della Chiesa) rimane alquanto controverso.
Papa Bergoglio sembra già aver dimostrato di voler puntare un approccio comunicativo diverso. Un approccio nel quale il Santo Padre intende esprimere accostamento verso il popolo ed umiltà nel ricoprire il ruolo di guida della Chiesa cattolica che gli è stato affidato dal recente Conclave. Riuscirà questo atteggiamento a tradursi nella nuova strategia di comunicazione del Pontificato di Papa Francesco? Sarà capace dimantenersi vicino alla gente e scaltro nell’utilizzo delle comunicazioni digitali? Naturalmente, il soggetto in questione non è il Papa in persona ma il suo dipartimento di pubbliche relazioni.
L’apertura di un “account papale” ha rappresentato, e rappresenterà, un’opportunità incredibile per avvicinarsi ai fedeli, L’account non dovrà essere usato come mero newsfeed per i media. Certo, aprirsi alle nuove comunicazioni può intimorire, specialmente per il fatto che si aprono le porte a ogni genere di commento . Ad ogni modo, ciò non dovrebbe arrestare le potenzialità comunicative che un’importante istituzione con un’influenza globale come la Chiesa cattolica potrebbe sfruttare per rafforzare la sua immagine, In particolare ai giorni d’oggi chela Chiesa cattolica è in crisi di credibilità e sta attraversando uno dei periodi più bui della sua storia millenaria.


